L’eccessiva “sigillatura” degli ambienti, favorisce le concentrazioni di inquinanti provenienti dai materiali da costruzione, aumenta il tasso di umidità relativa, che in assenza di una adeguata ventilazione può incrementare il proliferare di acari e muffe, che sono causa di un ampio spettro di malattie. Va considerato che il risparmio in inverno del consumo energetico, si traduce in un aumento dei consumi in bolletta nel periodo estivo, vista l’esigenza di installare i climatizzatori, che sono l’origine di oltre l’11% delle emissioni di gas a effetto serra. Va anche detto, che i ricercatori della National University of Ireland hanno dimostrato che aggiungere nuove tecnologie agli edifici come quelle per i consumi energetici, espone gli occupanti a livelli di concentrazioni del gas radon “pari al doppio”, rispetto a quelli previsti dalla normativa vigente. Il gas radon rappresenta la seconda causa di morte per il cancro del polmone dopo il fumo di sigaretta, ed i sistemi di ventilazione meccanica controllata ne aumentano il rischio.
Le procedure per ridurre il livello di radon negli edifici sono molteplici e dipendono essenzialmente dalla struttura dell’edificio, dalle partizioni interne, dal contatto con il suolo sia in fondazione che sui muri perimetrali e dai materiali utilizzati per realizzarli. L’efficacia di ogni procedura per ridurre le concentrazioni dannose, dipendono dalle caratteristiche degli edifici, dalle vie di accesso del radon e dalle possibilità tecniche degli interventi di mitigazione.
Queste consistono in:
- a) tecniche per prevenire l’ingresso di radon
- b) tecniche per rimuovere il radon dopo il suo ingresso
Alcune tecniche basilari, come quelle pensate per la ventilazione naturale, agiscono sia nella prevenzione che nella rimozione o diluizione del gas. Anche se ogni edificio è un caso “unico”, una strategia basilare resta comunque l’identificazione e la valutazione delle sorgenti di radon presenti (suolo, materiali da costruzione e, in qualche caso l’acqua).
Si procede quindi con:
- studio dei materiali impiegati e della struttura della costruzione con particolare riferimento al contatto suolo/edificio
- Monitoraggio dei locali con strumentazione continua attuando il protocollo dell’Edificio Chiuso EPA 402-R-92-004
- Misura delle pressioni differenziali interno/esterno
- Studio e valutazione dell’impianto di ventilazione (se presente)
- Identificazione e valutazione delle sorgenti (pavimento, pareti, impianti, altro) di radon e Thoron
- Elaborazione del progetto di bonifica/mitigazione
- Esecuzione della bonifica
- Monitoraggio di controllo dopo la bonifica
In molte occasioni, la sola sigillatura e la chiusura di alcune porte e/o botole interne con poca spesa, ha permesso di ridurre significativamente le concentrazioni del gas Radon, fissate in un livello massimo di 300 Bq/mc dalal normativa vigente.
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