Secondo il Corriere della Sera, Orvieto conquista una posizione di tutto rilievo nella graduatoria mondiale dei luoghi più radioattivi del globo.
Orvieto e tutta l’area del Viterbese (probabilmente del bacino del lago di Bolsena ndr) sarebbero i luoghi più radioattivi d’Italia. La notizia è stata pubblicata in un articolo dal Corriere della Sera che nella classifica dei 5 luoghi più radioattivi del mondo inserisce quello che sarebbe il “più radiattivo” d’Italia.
“Secondo il rapporto Onu a Orvieto la radioattività è di 5 mSv/ann0. Tutta l’area del Viterbese al confine con la Maremma e del basso Ternano ha un’alta radioattività naturale a causa delle particolari rocce vulcaniche presenti”.
Il sievert – è l’unità di misura della dose equivalente di radiazione utilizzata nel Sistema internazionale. Circa il 12% della radioattività naturale è dovuta ai raggi cosmici, dai quali però siamo protetti (in parte) dall’atmosfera e dal campo magnetico terrestre. A livello del mare i raggi cosmici hanno intensità pari a 0,3 mSv/anno, sulla vetta del monte Bianco a oltre 4.800 metri di altezza è di sei volte maggiore. La maggior parte dell’Frn è dovuta perciò alle radiazioni emesse dai materiali radioattivi che si trovano naturalmente nelle rocce e nei suoli. In particolare dal potassio-40 (K-40), dal rubidio-87 (Rb-87), dall’uranio e dal torio che generano il gas radioattivo radon (Rn). Quindi l’Frn (Fondo di radioattività naturale) dipende soprattutto dal tipo di rocce che si trovano in un determinato luogo e in misura minore dall’altitudine e dalla latitudine (all’equatore lo schermo del campo magnetico terrestre è maggiore.
La classifica mondiale dei luoghi con la più alta intensità di radioattività naturale vede al primo posto Ramsar in Iran, al secondo Karunagapalli in India, al terzo Guarapari in Brasile, al quarto Arkaroola in Australia e al quinto Yangijang in Cina. Orvieto sarebbe la prima località italiana inserita nella classifica dell’Onu anche se a farle compagnia ci sono le “aree vaste” di Sud Toscana, Campania e Lazio. Il tufo e le varie rocce di origine vulcanica che sarebbero all’ordine di questa anomalia, sono presenti in queste zone e influenzano le concentrazioni di gas radon negli edifici. Il gas rdaon rappresenta la seconda causa di morte per il cancro del polmone dopo il fumo.
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