Il radon causa il cancro del polmone se non viene mitigato. Ecco i consigli per capire se è presente nella tua casa ed eventualmente cosa fare per non arrecare danno alla tua famiglia.
Il radon è stato classificato dall’International Cancer Research Centre come cancerogeno polmonare dal 1987. Numerosi studi epidemiologici confermano l’esistenza di questo rischio nei minatori sotterranei ma anche, negli ultimi anni, nella popolazione in generale. Secondo le valutazioni condotte, il radon è la seconda causa di cancro ai polmoni, dopo il tabacco e davanti all’amianto: dei 30.000 decessi registrati ogni anno, 3.000 circa sono attribuibili ad esso (o il 10% dei decessi per cancro ai polmoni). La maggior parte delle transazioni immobiliari residenziali iniziano ad essere supportate da certificazioni da parte dei professionisti esperti, dopo aver verificato con il test del radon se le concentrazioni sono alte, in questo caso se superano i 300 Bq/m3 si procede con la mitigazione.
Il gas radon si sposta dal suolo in una casa. Sebbene il radon possa filtrare direttamente attraverso i pori del calcestruzzo, i peggiori punti di ingresso del radon sono le fessure nelle pareti e nei pavimenti. Qualsiasi casa, di qualsiasi età, in qualsiasi stato può avere livelli elevati di radon. Dipende molto dal modo in cui la tua casa interagisce con il terreno sul quale è stata costruita. Il livello di radon varia da casa a casa, quindi se il tuo vicino ha già effettuato il test ed è risultato negativo, questo non ti garantisce che anche la tua casa sia priva di concentrazioni.
Inizialmente si può procedere con un test del radon a breve termine, che ti aiuterà a decidere se sono necessari test più approfonditi.
Conduci il test nell’area abitabile più bassa della tua casa che viene regolarmente utilizzata da 8 a 10 ore alla settimana.
I test a breve termine sono utili per vedere se sono giustificati ulteriori test. La maggior parte sono a base di carbone attivo o ioni di elettrete che misurano i livelli di radon da due a sette giorni. Spedisci i test a un laboratorio specializzato e certificato per i risultati. I test a breve termine sono disponibili presso tanti rivenditori online, oppure puoi rivolgerti all’Arpa della tua zona.
Le misurazioni attendibili vanno dai tre mesi ad un anno.
Un test a lungo termine infatti ti fornirà le informazioni più accurate, ma un test a breve termine è accettabile se hai bisogno dei risultati rapidamente, come per una transazione immobiliare, oppure una locazione. Se i tuoi primi livelli hanno registrato concentrazioni molto vicine ai 300 Bq/m3 è opportuno rivolgersi ad un Esperto in interventi di risanamento del gas radon. In Italia sono geometri, ingegneri e architetti iscritti all’Albo, che hanno conseguito un attestato dopo un corso di formazione universitario dedicato organizzato da enti, associazioni, ecc, di 60 ore.
Per ridurre le concentrazioni, di solito si colloca un ventilatore che aspira l’aria attraverso il tubo di sfiato, aspirando il radon dal terreno sotto il pavimento del seminterrato o un pozzo della pompa di raccolta. Il tubo di sfiato esce dal lato della casa e sale fino alla grondaia, dove il gas radon si disperde nell’atmosfera.
Il sistema più efficace è un tubo di sfiato posizionato nel pozzetto (se si dispone di una pompa di raccolta) o un foro praticato sotto la soletta di cemento. Un apposito ventilatore in linea per il radon viene posizionato in soffitta o all’esterno della casa per aspirare l’aria attraverso la bocchetta e il radon da sotto il piano seminterrato. Il metodo più semplice è far scorrere lo sfiato fuori dal lato della casa e fino alla grondaia. Puoi anche far passare lo sfiato attraverso la casa e fuori dal tetto, ma trattasi di un lavoro più complesso e costoso, anche se è più raccomandato.
Agisci, ma non reagire in modo eccessivo. I rischi del radon sono cumulativi, il che significa che gli effetti gravi derivano dall’esposizione a livelli elevati per un lungo periodo di tempo. È prudente testare i livelli di radon e decidere una linea di condotta. Ma non devi affrettarti e affidare l’incarico al primo che capita, ma valutare attentamente come procedere dopo aver consultato un esperto, che si informerà anche sui permessi previsti dai regolamenti locali e la normativa nazionale di riferimento, visto che condiziona i requisiti contenuti nel certificato di agibilità.